Il contesto dell’Afghanistan di inizio anni ’90 è particolarmente delicato. Nel 1992 cade il governo di Najibullah, il territorio è controllato da vari signori della guerra alcuni dei quali reduci dalla guerriglia anti sovietica. I Talebani iniziano a mettere radici nelle varie province a maggioranza Pasthun. Le loro promesse riguardano la sicurezza e la lotta alla corruzione. Ma l a spinta alla loro ascesa arriva anche dall’estero.
Dal Pakistan in primo luogo, Paese dove vivono molti cittadini di etnia Pasthun. Allo stesso tempo, l’ideologia wahhabita fa guadagnare ai Talebani le simpatie dell’Arabia Saudita. All’occidente il gruppo non fa particolare timore, anzi viene visto come un possibile unificatore di un Afghanistan ancora in mano ai signori della guerra. Tra il 1994 ed il 1995, i Talebani iniziano così rafforzarsi e conquistare gran parte delle province rurali. La svolta definitiva avviene il 26 settembre 1996: dopo mesi di assedio attuato dagli studenti coranici, la capitale Kabul capitola. In quella stessa notte, i talebani irrompono nella sede di rappresentanza dell’Onu della capitale afghana. Qui trovano l’ex presidente Najibullah ed il fratello. I due vengono prelevati, torturati e barbaramente assassinati con i due cadaveri esposti poco fuori la struttura in segno di monito. Inizio così il quinquennio di potere dei Talebani.