Cosa sono gli ETF?
ETF è l’acronimo di Exchange-Traded Fund: non sono altro che fondi comuni di investimento o Sicav caratterizzati da una gestione totalmente passiva. Praticamente, si limitano a replicare l’andamento di un determinato indice (benchmark) al quale si riferiscono, senza un gestore umano a decidere modalità e proporzione dell’investimento.
Gli ETF in sostanza sono fondi comuni d’investimento negoziati in Borsa, proprio come avviene per i titoli azionari. In tal senso, riuniscono le migliori caratteristiche dei fondi comuni e dei titoli azionari con l’unico obiettivo di mimare la dinamica dell’indice benchmark che intendono replicare. Il valore dell’ETF si muove infatti in linea con l’indice di mercato sottostante, ad esempio la Borsa italiana o il prezzo di una materia prima come l’oro o il petrolio.
Proprio come per i fondi comuni tradizionali, acquistare un ETF significa acquistare un paniere di titoli da aggiungere al proprio portafoglio; quindi investire in essi equivale a mettere il proprio risparmio insieme a quello di altri investitori.
ETF come funzionano
Come funzionano gli ETF? Si tratta di fondi che adottano un tipo di strategia passiva. Ciò significa che gli ETF hanno come obiettivo quello di replicare l’andamento di un determinato indice o il prezzo di una determinata asset class.
L’ETF sul FTSE Mib, per esempio, avrà lo stesso risultato giornaliero di questo indice borsistico. Tanto quanto un ETF sul prezzo dell’oro replicherà le variazioni del prezzo di questo mercato. Per fare ciò, i gestori di un ETF acquistano quote di titoli degli indici di riferimento – i cosiddetti benchmark – in proporzione alle risorse che ha a disposizione. In questo modo, il valore dell’investimento replicherà in maniera esatta lo stesso valore dell’indice replicato.
Rispetto ai fondi attivi, nei quali il gestore gode di una ampia discrezionalità nell’acquistare titoli per provare a generare rendimento, quando si acquista un ETF si sa già in quali prodotti saranno investiti i propri risparmi. Il successo o il fallimento, pertanto, non dipenderà dall’abilità del gestore ma dall’andamento dell’indice stesso scelto.
Occorre poi tenere presente che un ETF si trova presso una banca che prende il nome di depositaria. Se quest’ultima fallisce, non può vantare alcun credito nei confronti dell’Etf. Tuttavia, l’Etf detiene la liquidità proprio su conti della banca depositaria: pertanto, è molto difficile recuperare i soldi in tempi brevi in caso di fallimento.
Ancora, è bene sapere che gli Etf sono iscritti a nostro nome in un registro presso la banca tramite cui siamo clienti e li abbiamo scelti. La banca poi a sua volta è iscritta nel registro dei creditori presso la banca depositaria. Sebbene non dovrebbero esserci potenziali rischi a risalire all’effettivo creditore dell’Etf (cioè a noi), siamo comunque un po’ distanti dal portafoglio dell’Etf.
Perchè investire in ETF
Perchè investire in ETF? In quanto, rispetto alla gran parte dei fondi comuni attivi, le quote degli ETF sono comprate e vendute in borsa. Si pensi che solo su Borsa Italiana sono quotati circa mille ETF. Pertanto, l’investitore ha una ampissima possibilità di scelta e tutte le garanzie di scelta di un mercato di tipo regolamentato. E’ possibile impostare stop loss e limiti o pure acquistare a margine e vendere short.
Dunque, ricapitolando, investire in ETF consente di:
1. Diversificare il proprio portafoglio titoli, cosa consigliatissima a tutti gli investitori al fine di ridurre i rischi dei propri investimenti. Infatti, se una volta avere un portafoglio diversificato era una cosa molto complicata giacché implicava acquistare tantissimi titoli, ora, tramite un unico strumento, si aggira il problema dei rischi specifici legati all’acquisto di singoli titoli. Infatti, con un solo strumento, gli ETF appunto, diversificazione il proprio portafoglio diventa una cosa semplice ed efficace.
2. E siamo al secondo motivo che spinge a far investire in ETF: essi riducono i costi di gestione degli investimenti. Ciò in quanto, tramite questi strumenti, i gestori riescono ad ottimizzare le operazioni di compravendita riducendo di conseguenza i costi generali della gestione.
3. Gli ETF consentono, tramite l’acquisto di pochi strumenti, di creare portafogli che investono in modo sicuro ed efficiente su tutte le principali asset class e aree geografiche.
I vantaggi di investire in ETF
Gli ETF presentano numerosi vantaggi.
- Ammontare minimo investibile contenuto e il lotto minimo negoziabile è di una azione/quota: quindi consentono a qualunque risparmiatore, anche chi non ha grandi somme da investire, di creare il portafoglio personale da lui desiderato.
- Generalmente presentano buona liquidità: come i titoli azionari, gli ETF vengono scambiati di continuo in Borsa, quindi possono essere acquistati e venduti anche durante la stessa giornata, in modo semplice e a prezzi perfettamente noti.
- Costi ridotti: la gestione passiva fa sì che questi strumenti presentino commissioni di gestione molto ridotte e nessuna commissione di ingresso, di uscita o performance.
- Sicurezza: il patrimonio dell’ETF è autonomo e completamente separato da quello dell’emittente, come per i fondi comuni tradizionali, del resto; questo azzera il rischio di fallimento dell’emittente, rendendo lo strumento più sicuro rispetto ad altre forme d’investimento quali, ad esempio le obbligazioni corporate e, ahinoi, ultimamente anche i titoli di Stato.
- Elevata diversificazione: l’investitore può acquistare un solo strumento finanziario ma sostanzialmente investire su di un indice molto vasto, spesso di natura globale, ma senza comprare singolarmente tutti i titoli appartenenti a quel comparto – questo diversifica e quindi riduce i rischi dell’investimento
Facciamo un esempio pratico: vogliamo prendere posizione sulla Borsa cinese? Non occorre comprare necessariamente un paniere di titoli rappresentativi dell’indice, con difficiltà d’accesso, costi elevati e rischio di stock picking errato (cioè di scelta dei singoli titoli, ecc…) e limiti nei lotti minimi di acquisto. Basta può comprare un ETF sulla Borsa cinese, che replica un intero indice del mercato cinese.
Quali sono le principali differenze fra ETF e Fondi Comuni d’Investimento?
Anche se gli ETF fanno parte della grande famiglia degli OICR, ovvero gli Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio, si differenziano dai fondi comuni tradizionali per:
- modalità di acquisto – se si vuole comprare un fondo tradizionale bisogna tipicamente rivolgersi a un intermediario legittimato al suo collocamento (la propria banca, ad esempio), perché sono relativamente pochi i fondi quotati in Borsa; invece gli ETF sono tutti scambiati in Borsa, come le azioni;
- valorizzazione – gli ETF hanno un prezzo che varia durante la giornata di Borsa secondo le quotazioni, mentre i fondi hanno un singolo valore ogni giorno (“la quota”);
- modalità di gestione – nella maggior parte dei casi, i fondi tradizionali sono a gestione “attiva”, mentre gli ETF, invece, hanno di norma una gestione “passiva”, cioè il gestore del fondo si limita a replicare la performance di un determinato indice o mercato (esistono comunque alcuni ETF a gestione attiva);
- costi commissionali – gli ETF hanno costi commissionali mediamente molto più bassi rispetto ai fondi con gestione attiva;
- costi di negoziazione – gli intermediari che quotano ETF e altri strumenti di Borsa in ogni momendo propongono un prezzo per acquistare (più basso) e uno per vendere (più alto), e la differenza si chiama spread denaro lettera, o spread bid-ask; questo spread è un elemento di costo aggiuntivo del quale tenere conto quando si negozianoi ETF.